01/01/2016

L'urto con un Reale


di Charles Melman

La situazione attuale ci permette legittimamente di relativizzare la classica situazione edipica. Noi siamo, gli uni e gli altri, figli di un Reale, di un impossibile, in quanto viene imposto a noi, e la circostanza edipica non è se non una veste di questo incontro. Noi abbiamo a che fare con un Reale, e questo Reale organizzerà il significato proprio di ciascuno, organizzerà i suoi desideri, i suoi dolori, le sue rivendicazioni, le sue pene, la sua intelligenza.  Possiamo legittimamente dire che è l'urto con un impossibile, con un Reale, che si trova essere all'origine di questo prodotto che nella vita ciascuno in seguito costituirà.
 
Per illustrare questa asserzione che evidentemente rischia di apparirvi brutale, se non sacrilega, vi faccio notare questo. Se è la situazione edipica che è l'urto con un impossibile, -e qui ci sarebbe ancora da precisare, perché l'interpretazione di questo impossibile può variare secondo i soggetti, non si tratta forzatamente e solamente della privazione della madre- possiamo considerarla come la più interessante, nella misura in cui dà un senso sessuale a questo urto con il Reale e garantisce per il bambino la promessa di un futuro sessuato.  Ma può esserci, e spesso c'è, l'urto con un Reale puramente conflittuale, il quale relega in secondo piano, se non mette da parte, la sessualizzazione di questo incontro.
 
Ve ne do subito un esempio banale, il quale d'altronde potrebbe dare più frutto nelle nostre riflessioni: cosa capita quando la fratria si arricchisce.  Nel testo fondatore del riferimento a un Reale abitato dal Padre, il Pentateuco, l'Antico Testamento -opera che crea quella situazione del tutto nuova nel contesto culturale- Freud avrebbe avuto difficoltà a trovare elementi di odio verso il padre.  Elementi di rivolta contro Dio?  Nulla in ogni caso contro il padre della tribù, della famiglia, che è al contrario investito di un amore manifestato ad ogni pagina.  E' per quello che Freud è stato obbligato a cercare il suo famoso complesso nella mitologia greca, in cui d'altronde sappiamo bene che Edipo non occupa alcun posto particolare, non beneficia di alcun investimento particolare, non era quello il loro problema maggiore.
 
Al contrario, in questo testo trovate subito il complesso fraterno.  Altrimenti detto, questo spostamento dell'urto con il Reale, che diventa quello dell'incontro non voluto, non desiderato, con un concorrente: e questo nella misura in cui la trasmissione dell'eredità paterna, poiché appunto di una si tratta, non potrà farsi che a uno dei due. Voi sapete il posto che questo complesso tiene nella soggettività ordinaria, banale, corrente, e il fatto che faccia sorgere un impossibile, l'impossibilità della riconciliazione: o lui(lei) o me.  Questo tipo di incontro produrrà conseguenze soggettive che non sono più del tutto del tipo di quelle della concorrenza o del conflitto col padre.  Il conflitto col padre, sappiamo, è sempre portatore di una promessa, l'avvento di una nuova generazione a suo tempo, e la privazione porta questo avvento. Mentre il complesso fraterno segna una stasi, una irriducibilità, non può concludersi che con l'annichilimento, o la morte (certo, la troviamo fin dall'inizio nei testi fondatori di questo rapporto col reale) e ed così che lo vediamo banalmente, correntemente operare.  Il complesso fraterno può prodursi tra fratelli, tra fratello e sorella, tra sorelle certamente.  Vediamo nella clinica gli effetti veramente devastanti che può avere la concorrenza tra sorelle, una organizzazione tramite un Reale, un impossibile, che non lascia tregua, e non offre il minimo sbocco possibile, duraturo.
 
Ma ce n'è un altro, e direi che tutte le donne lo conoscono, è il tipo di Reale che può organizzarsi nel rapporto con la propria madre. Siamo qui in un registro che non comporta l'ordinazione nella successione delle generazioni e la trasmissione da una generazione all'altra.  E in modo forse ancora più drammatico, spesso questo Reale che si costituisce tra madre e figlia è portatore di guasti, in particolare per quello che concerne la vita sessuale, e organizza una soggettività interamente dominata, segnata da questo tipo di urto.
 
Introduco la questione in questo modo sperando che la mia introduzione vi sembri meno violenta.  Ma c'è comunque da prendere in considerazione le grandi diversità di modalità di questo urto con un Reale, con un impossibile, in quanto sono queste modalità che organizzano per un soggetto la specificità del suo significato, delle sue rivendicazioni, dei suoi scacchi come pure dei suoi talenti
 
Tratto da “La Revue lacanienne” settembre 2010 pag. 126-127
Trascrizione della conferenza di C Melman del 14 ottobre   2009 alla Casa dell'America Latina

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