I “Disturbi di Personalità”. I percorsi che hanno portato al successo della nozione
Sabato 5 e domenica 6 giugno 2010 dalle ore 9,30
Sala degli Antichi Macelli di Po - Via Matteo Pescatore 7 -Torino
La nozione di disturbo di personalità, che riguarda oggi circa il 30% delle diagnosi psichiatriche, offre un apparente linguaggio comune agli operatori, nella grande varietà, intreccio e sovente inconsistenza dei quadri teorici di riferimento. La complessità che tuttavia tale nozione comporta, interroga gli psicoanalisti su alcuni punti del discorso contemporaneo, di cui il suo successo é il frutto.
La scomparsa della trascendenza con il processo di secolarizzazione significa anche la scomparsa dell’idea che in ciò che ci circonda ci sia altro. La scomparsa dell’Altro si traduce nell’assumere l’idea che l’apparenza dell’oggetto sia dello stesso ordine dell’oggetto stesso.
Non c’é nient’altro dietro la descrizione delle diverse forme disturbate e disturbanti del comportamento umano e tale sordità alla presenza dell’Altro fa da premessa alla procedurabilità e verificabilità degli interventi.
Del resto é vero che le attuali manifestazioni psicopatologiche esprimono anch’esse questo scenario e rimandano ad una “nuova economia psichica” che pare fare a meno delle forme classiche di presenza del Nome del Padre.
I disturbi di personalità sarebbero allora la traduzione in termini psicopatologici del modo attuale di presenza dell’inconscio.